Terapia manuale

Terapia manuale ortopedica OMT - Fisiocenter Villa del Conte

Terapia manuale


Secondo la definizione ufficiale fornita dall’IFOMPT (International federation of Orthopaedic Manipulative Physical Therapist) la Terapia Manuale Ortopedica (OMT) è una specializzazione della fisioterapia per il trattamento delle patologie neuro-muscolo-scheletriche, basata sul ragionamento clinico, che utilizza approcci di trattamento altamente specifici, i quali includono le tecniche manuali e gli esercizi terapeutici, ed è guidata dalle prove di efficacia cliniche scientifiche disponibili e dalla struttura biopsicosociale di ogni singolo paziente

Rieducazione Funzionale
secondo il concetto Neuro-Anatomico Bourdiol-Bortolin e Manipolazione Vertebrale

Il concetto Neuro-Anatomico Bourdiol-Bortolin è un sistema non invasivo di approccio al malato con un metodo diagnostico-terapeutico fondato su indiscusse basi neuro-anatomofisiologiche, messo a punto e perfezionato in quarant’anni di ricerca clinica nel campo della Medicina Manuale, delle Riflessoterapie, della Posturologia e della Neurochinesiologia, volto al raggiungimento e al mantenimento dello stato di benessere bio-psico-fisico della persona. E’ un metodo multidisciplinare, i cui punti di forza sono una interpretazione semeiologica strettamente neurofisiologica che consente una precisa diagnosi funzionale, topografica e differenziale e una gamma di protocolli terapeutici naturali, complementari alla Medicina tradizionale, gestiti in piena collaborazione tra varie figure professionali, vedi medici, anche di diverse branche specialistiche (ortopedici, fisiatri, medici di medicina generale, otorinolaringoiatri, odontoiatri, anestesisti..) con fisioterapisti, podologi, ottici, chinesiologi laureati in Scienze motorie... Ogni diagnosi e terapia parte dal principio che l’essere umano origina dall’interazione dei tre foglietti embrionali: ectoderma, mesoderma ed endoderma, aventi ognuno una propria morfogenesi e fisiopatologia.

Applicato nella gamma di patologie dello scheletro, utilizza alcune tecniche manipolative definite dallo stesso Bourdiol “miotensive, neuro-riflesse e propriocettive” specifiche per ogni segmento vertebrale e articolare. La manipolazione miotensiva è una tecnica di intervento manuale dolce, non dolorosa, che rispetta la fisiologia articolare e lascia l’articolazione trattata nei limiti delle sue possibilità cinetiche normali. Messa a punto dal dr. R. J. Bourdiol e perfezionata dal dott. Bortolin, è alla base del nostro percorso formativo. Utilizzano il solo contesto neuro logico. Le manipolazioni sono infatti basate sulla realtà del circuito gamma secondo il quale ogni muscolo perturbato nel suo comando nervoso può essere indotto a decontrarsi se si stimolano correttamente i suoi sistemi recettoriali neuromuscolari e neurotendinei, tramite allungamenti opportunamente controllati. Si determina il livello vertebrale che crea la contrattura muscolare dolorosa e si agisce mettendo in tensione il corpo muscolare interessato. Con l’atto manipolativo otteniamo delle decontrazioni o delle tonificazioni muscolari a seconda che la tensione applicata stimoli preferenzialmente i recettori neuro-tendinei o neuromuscolari, con la ripresa del gioco articolare e del tono fisiologico dei muscoli sinergici, agonisti ed antagonisti. Ecco il perché del nome "manipolazioni miotensive". Le manipolazioni miotensive e la rieducazione propriocettiva controresistenza adattata sono dunque delle tecniche riflesse che utilizzando specifici circuiti neurologici determinano il riequilibrio di gruppi muscolari contratti che sono la causa di un blocco articolare specifico e della sintomatologia dolorosa. INDICAZIONI - LE ALGIE MECCANICHE DEL RACHIDE Cervicalgie acute e croniche, cefalee nucali e sovraorbitarie, sindromi vertiginose, cervicobrachialgie, dorsalgie, algie intercostali, lombalgie e lomboradicolalgie legate ad alterazioni del disco intervertebrale, all’artrosi interapofisaria.

Le algie delle articolazioni periferiche:

  • Spalla
  • Gomito
  • Polso
  • Dita
  • Anca
  • Ginocchio
  • Caviglia
  • Piede

1. Le tecniche di manipolazione meccaniche

La manipolazione vertebrale è una tecnica passiva di terapia manuale in cui viene applicato un impulso ad alta velocità con una bassa ampiezza (HVLA: high velocity low amplitude) ad un’articolazione, entro il limite anatomico. La sua caratteristica principale è la produzione di un popping sound (crack, pop) che è udibile sia dal professionista che la esegue sia dal paziente a cui viene rivolta. Questo suono tipico è definito cavitazione e non è altro che lo “scoppio” di una o più bolle di gas che si formano all’interno dell’articolazione, di conseguenza è doveroso specificare che attraverso tale tecnica non viene riposizionata nessuna vertebra, non viene spostato nessun disco intervertebrale e, soprattutto, non viene fatta rientrare nessuna ernia o protrusione, come spesso molti operatori sostengono.
È una tecnica di terapia manuale utilizzata spesso dai Fisioterapisti specializzati ed è sempre consigliato, prima di sottoporsi a trattamenti di questo tipo, la richiesta del certificato di laurea e specifiche competenze nel curriculum del professionista. In Italia gli unici professionisti che possono trattare un soggetto con patologia sono il medico ed il Fisioterapista.

2. Effetti

La manipolazione vertebrale è generalmente sicura quando viene eseguita da un professionista adeguatamente formato ed esperto nel praticare tali manovre. Gli obiettivi principali delle manipolazioni sono quelli di ridurre il dolore e migliorare la rigidità della colonna vertebrale. È utilizzata per moltissimi disturbi muscolo-scheletrici, in particolare nelle sindromi dolorose, e produce effetti a diversi livelli.
Nello specifico:

  • Livello neurofisiologico: la manipolazione produce “modifiche” sia biomeccaniche che fisiologiche nella colonna vertebrale, stimolando le informazioni che arrivano al sistema nervoso centrale con conseguente risposta al dolore.
  • Livello meccanico e neuromuscolare: vi potrebbe essere la liberazione delle pliche sinoviali o meniscoidi che si trovano nelle superfici articolari, rottura di aderenze intra-articolari e inibizione della muscolatura paravertebrale attraverso l’eccitazione dei meccanocettori.
  • Livello psicologico: un aspetto da non sottovalutare è quello psicologico. Le aspettative del paziente circa gli effetti della manipolazione, la spiegazione fornita dal professionista, la percezione del classico “pop” associato a tale tecnica (solitamente si è portati a pensare che il suono sia collegato alla riuscita o meno della manovra) possono influenzare in modo significativo i risultati finali. Infatti, le convinzioni e le credenze dei pazienti giocano un ruolo fondamentale nella riuscita della manipolazione.

3. Indicazioni

La manipolazione vertebrale è indicata in numerosi casi al fine di ripristinare il movimento e la funzionalità del tratto interessato, ridurre il dolore e inibire e, di conseguenza, la muscolatura contratta. Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia delle manipolazioni sia nei pazienti con dolore acuto sia nei soggetti con dolore cronico. In particolare la manipolazione può essere utile in presenza delle seguenti condizioni:

  • Lombalgia
  • Cervicalgia
  • Dorsalgia
  • Dolore alla colonna vertebrale
  • Mal di testa
  • Ernia del disco
  • Protrusione discale
  • Lombosciatalgia
  • Cervicobrachialgia
  • Discopatia
  • Trigger points
  • Ipomobilità vertebrale

Se sei un professionista sanitario e vuoi ampliare le tue conoscenze sul tema delle manipolazioni vertebrali ti consiglio la lettura di questi libri.

4. Controindicazioni

La manipolazione vertebrale non è indicata in presenza di alcune particolari situazioni, come:

  • Osteoporosi o età avanzata
  • Uso prolungato di cortisone
  • Problema neurologico: ictus, radicolopatia (compressione della radice nervosa con perdita di sensibilità e/o forza agli arti), sindrome della cauda equina, compressione del midollo spinale
  • Lesione vascolare (aneurisma)
  • Gravidanza
  • Tumore
  • Frattura vertebrale
  • Instabilità vertebrale o precedente intervento chirurgico
  • Artrite reumatoide

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